Parlare di crisi Parma può sembrare un eufemismo, sarebbe più corretto descriverla come una discesa agli inferi, è questo che viene in mente se si guardano i numeri del bilancio d’esercizio del club al 30 giugno 2014, approvato dai soci e depositato a dicembre in camera di commercio. Ed è questo che pensano i revisori contabili che stanno passando al setaccio tale bilancio, il verdetto è chiaro: un tale squilibrio finanziario, dovuto all’enorme differenza tra ricavi e costi, mette in seria discussione la capacità d’impresa di operare in continuità aziendale. Questo significa che se non verrà messa subito una toppa dalla nuova proprietà, di quelle grosse, non si potrà far altro che dichiarare il fallimento della società.
La Gazzetta dello Sport ha avuto a disposizione il bilancio del club gialloblu e ha pubblicato oggi un’analisi molto approfondita che testimonia come negli ultimi anni la gestione della società sia stata a dir poco irresponsabile, con una situazione debitoria che è andata aumentando esponenzialmente di anno in anno. L’ultimo bilancio è stato chiuso con 55,6 milioni di ricavi al netto della plusvalenze, a fronte di 108,3 milioni di costi al netto delle minusvalenze, praticamente il doppio. Ma a far paura sono i debiti accumulati nei confronti di fornitori, dipendenti e erario.
Negli ultimi dodici mesi l’indebitamento lordo è passato da 175 a 197 milioni, cifre che al netto dei crediti parlando in un indebitamento complessivo di 96,5 milioni di euro. E pensare che nel 2006/2007 il Parma era una di quelle società che potevano definirsi sane, con appena 16,1 milioni di debito lordo, da allora è stata una continua escalation. Già l’anno successivo l’indebitamento era più che raddoppiato, due anni dopo era arrivato a 86,2 milioni, poi via via salendo si è arrivati alla cifra monstre del del 2013/2014, a poco è servito il prestito di 3,6 milioni del socio Eventi Sportivi, una goccia in confronto al mare nel quale stava naufragando la barca di Ghirardi.
Ad oggi il Parma ha maturato un’esposizione nei confronti dei debitori di 37 milioni, i dipendenti avanzano qualcosa come 13 milioni di euro, l’erario ne aspetta invece quasi 17. In tutto ciò è aumentato il monte ingaggi da 43,5 a 52 milioni mentre nel frattempo ci sono anche altri club che bussano alla porta per chiedere di saldare il conto: il Lione aspetta 1,8 milioni per Belfodil, il Panathinaikos quasi 500 mila euro per Ninis. Le garanzie di Taci avevano permesso a Ghirardi di chiudere il bilancio 2013/2014, ora l’albanese ha già fatto le valigie. La patata bollente è finita nella mani di Manenti e dei suoi soci, ieri è stato presentato il nuovo cda, adesso serve velocità d’azione solo così il Parma Fc potrà scongiurare un fallimento che per molti è ormai inevitabile.
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